Il film inizia con la scena in cui il protagonista, Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca (Battaglia), si impossessa della posta indirizzata alla sorella Virginia (Lebeau) e la porta all’avvocato Maralli (Stival), suo pretendente. In casa Stoppani viene organizzato un ballo per far conoscere alle sorelle di Giannino, in età da marito, degli abbienti giovanotti. Il ragazzo, nel tentativo di intrattenere gli ospiti con un gioco di prestigio, spara un piumino sullo zigomo dell’avvocato. La festa si interrompe, ma Maralli chiede in sposa Virginia al padre (Baseggio), infuriato per la bravata del ragazzo. In seguito, Giannino si intrufola in una pasticceria insieme ad alcuni amici e fa razzia di dolci, mettendo a soqquadro i locali.
Nel giorno del matrimonio di Virginia e Maralli, arriva in casa Stoppani la zia Bettina (Bellincioni), che rimprovera i due coniugi di non essersi sposati in chiesa. I genitori di Giannino organizzano un’uscita in carrozza con i neosposi verso una chiesa di campagna, per celebrare le nozze religiose. Non informano volutamente Giannino e credono che non ne sappia nulla, ma egli si nasconde nella parte inferiore della carrozza e li segue. Alla fine della cerimonia, il ragazzo fa esplodere un razzo dietro la carrozza e i cavalli scappano correndo.
Giannino viene mandato in collegio, dove il direttore (Baghetti) e la direttrice (Dondini) impongono una rigida disciplina a lui e agli altri ragazzi. I direttori del collegio impartiscono un’educazione militare ai fanciulli, dando loro rigide regole e ferrei divieti, curandosi poco delle loro esigenze. Recluso dopo breve tempo dall’arrivo in una cella di punizione, Giannino scopre che l’odiata minestra del venerdì è cucinata con la rigovernatura dei piatti dei giorni precedenti e lo rivela ai compagni, invitandoli a non mangiarla. Ripreso dai direttori, scappa di notte da una finestra, ma viene ritrovato ed espulso dal collegio.
Tornato in famiglia, il padre minaccia di mandarlo in una casa di correzione; Giannino fugge calandosi con un lenzuolo da una finestra e sale su un treno, per andare dalla zia Bettina. La zia lo riaccompagna a casa e mostra il suo sdegno verso il signor Stoppani per l’intenzione di mandare il figlio in una casa di correzione.
Giannino mette in cattiva luce l’avvocato Maralli, candidato alle elezioni politiche del partito socialista, rivelando durante un comizio che egli si è sposato in chiesa. Maralli non viene eletto. Il ragazzo compra, con i soldi ricevuti in eredità da un anziano zio dell’avvocato, una comoda poltrona da salotto per il padre. Quest’ultimo si commuove e desiste dall’intento di mandare il figlio in una casa di correzione, anche perché, arrivati in stazione per prendere il treno per raggiungerla, esso parte prima del previsto.
Fonti
Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca. Rivisto, corretto e completato, Firenze, Bemporad, 1912.
P. e D. Boero, Letteratura per l’infanzia in cento film, Genova, Le Mani, 2008, p. 70.
L. Morandini, L. Morandini, M. Morandini, Dizionario dei film e delle serie televisive, Bologna, Zanichelli, 2019, p. 605.