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Classe

Editore:
Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-5015
Autore della scheda:
DOI:
10.53166/2032
Scheda compilata da:
giulia.cappelletti
Pubblicato il:
30/12/2022
Autore dell'illustrazione:
Tecnica artistica:
Disegno

Opera illustrata

Titolo dell'opera illustrata:
Pinocchio. Storia di un burattino
Autore:
Carlo Collodi
Tipologia opera illustrata:
Romanzo
Tipologia (periodico/volume):
Volume
Formato:
29x21,5 cm
Numero della pagina dell'illustrazione:
89
Editore volume:
Edizioni C’era una volta…
Città di pubblicazione:
Pordenone
Anno di pubblicazione:
1991

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1880s

In centoquaranta anni di vita di Pinocchio, a partire dai primi due celebri “figurinai” Enrico Mazzanti e Carlo Chiostri, l’immagine del burattino ha sollecitato l’interesse dei più grandi illustratori: Attilio Mussino, Benito Jacovitti, Sergio Tofano, Emanuele Luzzati, Vinicio Berti, Leonardo Mattioli sono solo alcuni degli artisti che si sono confrontati con il capolavoro collodiano, ampliandone la testualità e la lettura già complesse e plurilivellari.

Roberto Innocenti, illustratore fiorentino già noto per una Cenerentola liberty (1983) e per il controverso Rosa Bianca (l’albo, che affronta coraggiosamente il tema dell’olocausto, viene pubblicato negli Stati Uniti nel 1985; in Italia solo nel 1990), secondo autore italiano dopo Gianni Rodari a ricevere, nel 2008, il Premio Andersen per il contributo alla letteratura per ragazzi, dà alle stampe una straordinaria versione illustrata di Pinocchio nel 1988 (edizioni Creative Education, Minnesota; in Italia, il volume esce per le Edizioni C’era una volta… nel 1991). Col tratto distintivo, magistrale e accurato di un documentalista visivo, restituisce una rappresentazione delle Avventure profondamente radicata in una Toscana contadina, nella quale ogni tavola apre a una proliferazione di microstorie.

Nel caso di questa illustrazione, posta all’inizio del Capitolo XXVI, osserviamo la riproduzione di una classica foto in seppia di una scolaresca: quattordici alunni posano su tre file davanti al portone dell’edificio; alla loro destra, si distingue in posizione eretta il maestro con una mano sulla spalla di Pinocchio, l’unico allievo con la vestina bianca. La rappresentazione appare estremamente realistica e aderente al cliché della seriosa foto di classe stropicciata dal tempo: del resto, vi è pure un esplicito richiamo alla sezione Baretti del Cuore deamicisiano giacché la scuola maschile si chiama De Amicis, come leggiamo nella targa. La riproduzione non manca, tuttavia, di una dimensione burlesca decisamente più in linea con l’immagine d’infanzia collodiana, che Innocenti affida all’irriverente gesto di un ragazzo che fa le corna al compagno che gli siede dinnanzi: sarà forse Lucignolo? O si tratta di Franti? La citazione stabilisce una relazione di intertestualità tra i due maggiori classici della letteratura per l’infanzia italiana attraverso il comune denominatore della scuola.

In questa illustrazione, come in molte altre, Innocenti è – per usare le efficaci parole di Faeti – «scalpellino» e «creatore di codici miniati» (p. 25); per Pallottino la propensione al racconto corale è una tra le principali caratteristiche della sua arte: è nelle rappresentazioni disseminate di volti e dettagli che la vis narrativa si fa più intensa e composita coinvolgendo il lettore «attraverso una serie di artifici percettivi, metafore, citazioni e convenzioni iconografiche le più svariate, culminanti in fulminei, acrobatici ribaltamenti del punto di vista» (p. 27).

Fonti bibliografiche:

A. Faeti, Verso il Capo Finisterre, in Hamelin Associazione Culturale (ed.), Sguardi sulla storia: dentro il dettaglio. Le illustrazioni di Roberto Innocenti, Firenze, Centro Stampa Regione Toscana, 2006.

P. Pallottino, Il muro e lo specchio, in P. Vassalli, M. Cochet (ed.), Roberto Innocenti. Le prigioni della storia, Bologna, Grafi, 1989.

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