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Le aspettative perdute. Memorie di una maestra

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/132
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Tania Cenni
Nome e cognome dell'intervistato:
Laura del Lungo
Categoria dell'intervistato:
Educatore
Livello scolastico:
Nido d'infanzia
Scuola dell'infanzia
Categoria professionale dell'intervistato:
Educatore servizi per l'infanzia
Insegnante di scuola dell'infanzia
Data di registrazione dell'intervista:
27 ottobre 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1980s 1990s

l'autorizzazione per la progettazione studioso della sua testimonianza per il progetto della public history dell'università di firenze sulle memorie d'infanzia anni 80 e questo video sarà caricato sul mio canale youtube è consultabile e aperto a tutti acconsenti i poeti che sia concerto acconsento e allora e comincerebbe a farti le domande allora cominciamo l'intervista hanno una breve presentazione tua se mi puoi dire come ti chiami quanti anni hai e dove vivi allora e mi chiamo laura è da quantificare e e niente viva firenze per quanto riguarda il tuo lavoro certamente lavori e se sì se ci puoi affrontare qualcosa della tua attività lavorativa dove lavori da quanto tempo e qual è il ruolo allora io lavoro a firenze sono insegnante nella scuola dell'infanzia caironi dell'istituto comprensivo pestalozzi centro storico e se attualmente il ruolo da quanto tempo da quanto tempo da tantissimo tempo diciamo iniziato appunto negli anni 80 quando hai lavorato in chat a lavorare nell'ambito dell'educazione dell'istruzione ci puoi raccontare qualcosa di speciale perché ricordi delle sue prime esperienze lavorative io ho lavorato come educatrice nei nidi comunali di firenze è iniziato come supplente e dopo dire le mie memorie rispetto a questo a questo questi momenti sono state tuttora li ricordo con un vivissimo entusiasmo di iniziare questo lavoro è attesa proprio entusiasmo nell'attesa di essere chiamata come supplente e di vivere questi questi momenti con i bambini perché all'epoca erano veramente motivate come pensa tuttora tantissimo tempo che non lavoro che non ho niente a che fare con i nidi però erano all'epoca erano veramente qualificati sia come strutture che come professionalità e dei suoni delle persone ecco come è organizzata la giornata di fatica negli anni 80 riguardo alla routine l'accoglienza le esperienze dei bambini gli orari il calendario educativo che avevate rispetto al meno rispetto all'infanzia decide quello che vuoi parlare ma a 21 quel rispetto all'accoglienza non ci sono molte diversità soprattutto nelle case dei più piccoli anche alla scuola dell'infanzia quindi l'accoglienza è comunque un momento molto molto particolare strutturata perché ovviamente attraverso l'accoglienza poi il bambino si sentita che sanno e adulto di riferimento e poi alle insegnanti quindi accoglienza che o meno era simile in tutti e due i clienti e lo è tuttora penso cioè all'infanzia sicuramente ha un ruolo fondamentale accoglienza dei bambini ma soprattutto la coerenza dei genitori perché il primo essere accolto il genitore ci sono stati dei cambiamenti nelle organizzazioni invece degli spazi allora dài dagli anni 80 ad esso allora hanno 80 diciamo mappa che hanno prima forse si cominciava a parlare di spazi anche divisi in angoli sia per la scuola dell'infanzia sia punito gli angoli che potevano essere appunto bene che sono tuttora che poi si sono mantenuti la struttura dello spazio si è mantenuta che un vero nel tempo noi suddividiamo in angoli la classe c'è l'angolo del gioco simbolico l'angolo della pittura l'angolo della conversazione non relativo calendario della settimana se dei bambini contrassegni e poi si potrebbe essere degli angoli che si possono cambiare diciamo alcuni angoli sono fissi per esempio l'angolo della conversazione quello della cucina no del gioco simbolico che ho me lo sono fissi mentre invece gli altri angoli si possono cambiare perché magari il bambino si può stancare si fanno yare e quindi vengono cambiati o con l'angolo ne sto della parrucchiera mi viene a mente può essere l'angolo del dell'ufficio lo possiamo allestire con la macchina da scrivere non esiste più ma insomma il computer ecco piombino sano polino invece le esperienze diciamo all'esterno derivano dallo spazio esterno è sempre per sempre stato usato veniva usato di più perché c'erano meno regole no nel senso non voglio non voglio fa intendere e c'erano meno era amato meno nota intel avevamo un piano di rialzo medio regolamentato a livello di sicurezza ora non voglio che si fraintenda melo che sto dicendo nel 66 giusto che ci sia la sicurezza e e noi rispettiamo tutto quello che il protocollo si dice rispetto all'uso degli spazi tv però diciamo che è stato un pochino di più molto più costretta negli anni siamo diventati così sicuri che magari che sono passati in secondo piano l'esperienza spontanee le bambini ecco questo si è capito che questa in bocca perché quel tutti questi allergici chi sono ci stiamo ritrovando montefiori allergici non si sa bene perché prima non era così difficilmente noi quando andavamo anche nei box soprattutto quando lavorava a bagno a ripoli c'è nella campagna facevano tantissimi esposizioni nel bosco e ad accogliere qualsiasi cosa e molto spesso assaggiavano anche queste cose non solo ma poi andavamo anche a casa di tutti i bambini molto lumino attorno andavamo a casa dificio di heidi sempronio ci vanno davano da mangiare da bere così liberamente dalle apparenze non esiste non è solo il sito di normale quindi anche lunare o una torta di compleanno a scuola deve essere chiunque sarà un momento poi è allucinante la cosa ancora di più ecco per quanto riguarda invece l'aspetto dei materiali dei dei giochi caratterizzano l'ambiente negli spazi interni quelli esterni ci sono ce n'è qualcuno di questi che non si trovano più interesse attuale cioè che lì non li trovi più che lui e sono sotto i cristalli di gta da altri o diciamo la situazione è sempre la stessa rispetto al vino e rispetto al gioco simbolico per dire io ricordo bellissimo del del nido di gioco simbolico nel sesso noi avevamo la così le bambine avevano l'angolo della cucina e all'interno di dire ste dell'arredamento e proprio dei delle antine di tutti gli spazi si trovano in una cucina normale i bambini del nido trovavano gli alimenti proprio un very very mi ricordo che c'era anche il concentrato di pomodoro c'era il viso c'era la farina e nel momento il cui il bambino giocava alla fassina alla famiglia e lo loro utilizzavano facebook questi materiali e io me lo ricordo tuttora una cosa bellissima perché nonostante si pensi che si possa aspettare il bambino invece giocava con con una precisione con una metodica sa proprio che a membri vi sbalordiva come a volte noi abbiamo timore nota risarcite cose bambini perché pensiamo che siano ha dato indicato invece il bambino sa benissimo che aids e vive in un contesto normale ecco il bambino sa benissimo come utilizzare come non offrire un diverso materiale puramente oltre anni e per quanto riguarda invece il tempo riservato alle attività non sono tali quindi il tempo che voi insegnanti educatori dedicate alla cura delle relazioni con la famiglia e con i genitori nello specifico come quando venivano svolti colloqui individuali dei conti programmati del servizio con i ritorni come anche come oggi e con le stesse modalità o è cambiato qualcosa no ancora più o meno le modalità sono sono molto simili diciamo però che le possibilità sono diminuite ecco festosi fanno diminuire le possibilità per pile io mi ricordo quando facevamo di incontri con la famiglia nido è una cosa molto piacevole si contraggano del famiglie insomma i genitori più o meno circa un paio di volte al mese c'era un angolo proprio struttura un rapporto dove c'erano dei divani le poltrone e noi parlavano liberamente rilassati del proprio bambino dei bambini generali quindi c'era diciamo era stato come dire era stato dedicato veramente un momento strutturato per questo per questo aspetto la cosa qua nel tempo se non è che sia cambiata almeno io molta importanza alla relazione con la famiglia perché secondo me la famiglia è il centro del dell'emozione del bambino e quindi di conseguenza come accetti la famiglia come si sente accolta la famiglia il bambino poi bene o male ci viene gay no rispetto alle nostre richieste ea tutti i ritmi scolastici per cui personalmente l'inu molta importanza alla curia diciamo della della famiglia e in questo momento non è possibile purtroppo non lo possiamo fare però importante è importante ci fanno meno possibilità però ci sono i nove ci sono nello stesso modo con mela con melo se pensa ecco quindi rispetto agli anni 80 dove anche della scuola dell'infanzia e dico che individuali o programmati con i genitori come modalità non è cambiata più o meno quella seria certo è cambiata la frequenza è sano meno frequente sono meno frequenti e cambiare la frequenza cn rimini dice sì che ne sanno meno incontri se meno incontri meno meno possibilità c'erano sempre ritornando al discorso della della sicurezza e soprattutto nelle scuole lavorato io la famiglia faceva parte della scuola la famiglia veniva il babbo veniva a tagliarci un pezzo di legno perché dovevamo fare un attaccapanni oppure veniva a meta e ci gode per l'ump non si cuoce vuole è giusto il permesso ci vuole l'esperto bello ha detto ammettere chiodi quell altra dritta segare in questo senso sono cambiate le possibilità ecco invece per quanto riguarda non sempre delle occasioni di incontro feste e partecipazioni in un le famiglie queste occasioni andavano anche fuori dalle insegne fisici del lido della scuola si ritardava molto spesso si ripete oggi si nel senso se niente cioè si può fare tutto e la tesi può fare niente perché quello che succede fuori della scuola poi cons abilità sono sono personali la scuola da non c'entra più se si vogliono fare si fanno è tendenzialmente per baby che una cosa che ride no non è il must a questa non è rimasta no no c'è molto più indie l'idealismo c'è molto più come dire c'è poco tempo forse la gente lavora per quelli lo so non lo so sia anche quello ma non è tutto ma non è tutto non è solamente la mancanza di tempo c'è proprio un altro tipo di degenerazione altro tipo di generazione senato genitoriali una taglia anni 80 è sto parlando e invece per quanto riguarda il tuo gruppo di lavoro da chi era composto e quali erano i percorsi formativi dei tuoi colleghi e poi cioè il vostro percorso c'è chi segnala pizzeria il gruppo qual era il percorso formativo da cui proveniva universitario magistrale allora magistrale però erano erano persone eccezionali che poi cui vi parlavo della tua esperienza bagnarli così grassina soprattutto che avevo cresca collega che per me è stata tutto è stata stata storiella è stata mina e soprattutto mi ha insegnato tutto quello che so adesso perché ora molti nuovo sovrano dall esperienza che tu hai fatto mai né ripoli e l'esperienza non di una scuola infanzia un lido comune erano scuole sperimentali e facevamo coste che all'epoca era man d'avanguardia tant'è vero che venivano anche a vedere il nostro lavoro insomma il nostro pelato anche da da da reparti italia anche dalla stessa emilia romagna che stavano scuole dell'infanzia sono al primo posto con come professionalità è però venivano a vedere il lavoro delle nostre scuole dei bagni a ripoli e cosa è la che caratterizzava la differenza se mi dovessi dire una differenza alla scuola dove tumore in quel periodo che dicevi appunto questa con questo questo approccio sperimentale a diciamo una scuola considerata la differenza per dire una delle differenze che noi avevamo lamon trinità anche a livello di decibel scolastico per esempio il cera berta sperimentazione infanzia primaria che all'ultimo anno del sito dell'infanzia una delle due insegnanti dell'infanzia andava nella prima primaria e una insegnante della prima primaria sarebbe venuta l'anno l'anno successivo in una delle classi delle sezioni dell'ultimo ciclo della scuola dell'infanzia questo era rispetto alle mani non credo che l'abbia trovata a parte ecco i dieci per il discorso dei corsi di formazione che venivano che le vengono proposti dalla scuola come formazione di esiliati quale che sono entrate a far parte del tuo bagaglio personale professionale quale i corsi e fermentato 20 ricordi che diciamo rimasti impressi o che ti sono serviti assolutamente danzaterapia non sanno diventata danzaterapeuta anche se la vede desiderata ma purtroppo è molto costoso e e comunque sia ho sempre fatto fare informazione di danzaterapia ero sempre dei portato poi meglio è per conseguono il piano bene tuttora parliamo della comunicazione rispetto alla documentazione quale supporto ai materiali venivano usati all'epoca diciamo il periodo degli anni 80 sicuramente le foto e anche qualche registazione qualche ripresa ora ti chiedo di un'esperienza da utente sociali nei servizi dell'infanzia se ci puoi raccontare un ri foto dei luoghi e delle persone clan caratterizzava quel periodo da utente come mamma come mamma con un motore si è uno dei voti ma come mamma perché penso si il ricordo l'esperienza dell'utente riguardo servizi di famiglia dei luoghi delle persone che hanno caratterizzato il periodo qualcosa che ti ricordi che ha colpito qualcosa che ti ricordi degli spazi proprio delle persone dei servizi allora mi viene in mente di solamente uno dei laboratori stage in bo un lavoratore natalizio si prepararono di centro tavola con tutte le mamme tutte le insegnanti della scuola che presentava mio figlio all'epoca e ciò questo ricordo di tutte queste foto degli tutti questi rami e questo e questo odore di bosco di verde e questi chiamarsi di bambini o questo sì me lo ricordo un bel connery jersey un bel pannelli e l'ultima domanda cosa te la faccio io e poi se tu hai una esperienza incredibile nella è una bellissima formazione e io ti conosco per questo il mio figlio in classe e ti chiedi ma rispetto agli anni 80 c'è qualcosa che tu rimpianti italiani rispetto proprio ai momenti educativi alla scuola in fase di numero rispetto adesso sinceramente rimpiango il cielo bianco e l'aspettativa quello sì l'aspettativa perché all'epoca era molto giovane e credevo nella scuola come ci vedo tuttora nonostante tutto però l'aspettativa c'era soprattutto per i bambini per quello che sarebbero diventati ora sarà il momento storico infiliamo saranno tante cose perotti io nonostante vada a lavorare con entusiasmo sempre perché io amo il mio lavoro e lo faccio veramente volete ma non non so più quell'aspettativa in a qualche anno fa vedevo vedevo e potevo sperare le ci fosse questo sì non è una bella cosa proprio io sono io sono sentimenti che ringraziava integrarsi arte

Scarica trascrizione

L’intervista, dalla durata di 25:33 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=5tIH62fWLfE), affronta la traiettoria professionale di Laura del Lungo.

Nata a Firenze, abita tuttora nel capoluogo toscano, dove attualmente insegna nella scuola d’infanzia Cairoli (nel centro storico di Firenze), e dove precedentemente ha lavorato come educatrice nei nidi comunali. Ha cominciato a lavorare negli anni Ottanta come supplente: a questo proposito, ricorda la sua motivazione e il suo entusiasmo nel ricevere le chiamate dei nidi. Ricapitolando e confrontando l’esperienza come educatrice con quella di insegnante, rivendica l’importanza, per entrambi i segmenti, di procedere con un inserimento graduale e strutturato del bambino nella struttura.

Per quanto riguarda la sua vita lavorativa nei nidi degli anni Ottanta, Laura del Lungo ricorda come proprio in quel periodo si stesse diffondendo la pratica di introdurre in nidi e scuole d’infanzia gli “angoli”, ovvero porzioni di spazio dedicate a una particolare attività. Ad angoli “classici” e permanenti come “l’angolo del simbolico”, “l’angolo della pittura” e “l’angolo della conversazione” si affiancavano angoli transitori, come l’angolo dell’ufficio o l’angolo della parrucchiera (Catarsi 2000, 85). A colpirla maggiormente è stato però come i bambini utilizzavano l’angolo della cucina, che, arredato con alimenti veri (la farina, il riso, il concentrato di pomodoro), mostrava, a suo dire, la capacità dei piccoli di usare questi materiali in maniera corretta ed efficace.

Rispetto a oggi, l’intervistata ricorda la maggior possibilità di utilizzare lo spazio esterno dalla scuola, come la campagna e i boschi, che, vicinissimi alla scuola materna (come allora era denominata la scuola dell’infanzia) di Bagno a Ripoli, consentivano a lei e alle colleghe di allora di organizzare numerose escursioni nel verde alla ricerca di piccoli oggetti naturali da utilizzare poi nelle attività educative. L’asilo di Bagno a Ripoli non manca di ritornare nel prosieguo dell’intervista, qualificandosi come uno dei ricordi più qualificanti della sua esperienza professionale: la scuola, che attuava delle sperimentazioni di continuità tra la scuola dell’infanzia e quella elementare, era oggetto di visite di osservatori da tutta Italia. Anche i colleghi di quell’esperienza, e una in particolare, sono ricordati con grande affetto. La ricerca di sicurezza, che secondo Laura del Lungo ha marcato l’evoluzione delle attività scolastiche, è avvenuta a detrimento della spontaneità e della creatività infantile. A questa maggior comunicatività tra scuola e spazi esterni corrispondeva, nelle parole dell’intervistata, una più accentuata apertura comunitaria: sempre con riferimento all’esperienza di Bagno a Ripoli, l’intervistata ricorda con nostalgia le gite in pullmino in cui la sezione andava, a turno, a casa di ciascun bambino. Più numerose e spontanee erano le occasioni di incontro con i genitori, che, nei nidi degli anni Ottanta in cui l’intervistata ha lavorato, erano accolti due volte a settimana in uno spazio appositamente definito e arredato con alcuni divanetti (Catarsi 2000, 53). Maggiore era del resto anche il coinvolgimento genitoriale nella vita scolastica, a cui potevano contribuire con piccoli lavori di falegnameria o con l’organizzazione di feste che travalicavano quasi sempre l’ambito scolastico. Sono esempi, questi ultimi, di una densa connessione della scuola con la vita della comunità che l’intervistata non manca di rimpiangere e il cui declino è imputabile, a suo parere, dalla diffusione di una cultura individualista e poco improntata alla condivisione.

L’intervista si conclude con un generale rimpianto verso il clima sociale e culturale, e soprattutto verso le speranze che Laura del Lungo riponeva nella scuola e nel futuro dei suoi alunni, come spiega dal m. 24.07: «rimpiango l'aspettativa, quello sì, l'aspettativa, perché all'epoca ero molto giovane e credevo nella scuola come ci credo tuttora, nonostante tutto, però l'aspettativa c'era, soprattutto per i bambini, per quello che sarebbero diventati...»

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

E. Catarsi, Il nido e il sistema integrato dei servizi per l’infanzia in Italia, «Percorso tematico: nidi e servizi per l’infanzia», 1998, pp. 3-14

E. Catarsi, La nuova scuola dell’infanzia, Roma, Armando, 2000.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La scuola media unica: un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007.

 

Fonti normative

Legge del 6 dicembre 1971, n. 1044, Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato, (GU Serie Generale n. 316 del 15-12-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/12/15/071U1044/sg

Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1999, n. 89, Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, (GU Serie Generale n. 162 del 15-07-2009), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&d…

 

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