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“Ecco i contadini di Pantano”: memorie d' infanzia di Rosalba Pratesi

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/640
Scheda compilata da:
MONICA DATI
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
JESSICA LOMBARDI
Nome e cognome dell'intervistato:
ROSALBA PRATESI
Anno di nascita dell'intervistato:
1944
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Regione:
Toscana

[Musica] allora buona la sera bisogna esserlo guardi se io sono un presidio salva ok allora oggi farò l'intervista per la tesi in quanto sono studentessa di scienze della formazione primaria al quinto anno allora rosalba mi potete a quando sei nata e dove i tre le 10 di 44 montemurlo visto da montemurlo sempre vissuto a montemurlo il mio avviso allora dato io devo fare questa ricerca per la tesi o appunto studio per fare la maestra vorrei sapere qualcosa sulla scuola e quello che ho fatto nei suoi anni di scuola quello che ti ricordi e la qualità come la scuola e ho fatto orologi lo ha cinque anni dalle suore ok a dalle suore ma dov'erano dove adesso oppure alla rocca no io l'ho fatto dove dove sono ora dobbiamo vincere ce ne sono io sono di 44 sarò andato a scuola io 40 volte di 49 cominciato per cinque anni e poi per quanto riguarda la scuola elementare dove le fatte dalle suore tutte le suore ma o fino alla quarta e alla quarta ok e quanto riguarda la scuola dell'infanzia se hai dei ricordi ricordi come andavi se ti portavano i precettori portavano i genitori o no ma andavo con delle mie amici a 5 passavano da casa mia mi prendevano e andavo qualche volta ma portato il babbo ma poche volte ma accompagnava il bardo e dove abitava in via da allora e diana e via scarpettini ma allora era mia nuova quindi zona di montemurlo all'incirca all'auto 80 dove c'è la davos all 80 ho capito e allora per quanto riguarda invece la scuola primaria si è sempre data quindi dalle suore ma anche lì ci arriva via piace andare a piedi a piedi quanti passavano di lì che c'era tra amici la maria di battolini la margherita di bartolini manola dtt specialmente con loro è a roma la più piccola e viviano avevo una stellina marone di carta cartone e la piana riva di cartone non debbo kilim era rivolto me fosse ora poi la mamma ne faceva un fiocco sulla testa sono aperti perché ero santo magrolina per parere ai posti più grossa con il colletto bianco allora il grembiule se avevi grembiule molto diversi da vengono comprati suoi genitori sarà un classico i genitori mi avevano fatto per andare a scuola dalle suore ecco ecco e come sarei ma li aveva anche voi le scarpe per fare il tragitto unico di ciottoli il lavoro di zoccoli arrivo leggono gli zoccoli e da mia mamma mi brontolava perché non voleva andare a scuola con questi troppo li mandava un fondo alla discesa e ora c'è insomma c'è in aula è la frutta era tutta sassosa questa è questa la difficile da salire da salire allora quando arrivava un fondo c'era delle ragazze stavano bene e ci dicevano ecco contadini di pantano che si venivano gli zoccoli se io questa questa parola non accettavo 15 6 stanno male di questo è un pocho partito dal suo sì non è che ci sia ci sia stata bene infatti elementi tripoli dove in quinta e luci voglio più tornare o mandare a scuola o allora la mamma michelle e mele ma non è finita morire quando era a scuola era un po come un come un posto di fini lì allora si metteva cioè dal corridoio ma non nella parte nuova nella parte vecchia c'era un corridoio si metteva tutti i volti e cestini di mangiare c'è un ragazzo grosso grosso che si mangiava tutela tutti maggiore perché allora non era lancerà la mensa e arrivava a prendere questo cestino e mangiare e non ci trovavamo niente allora le sue euro e lo dicevano qualche volta mi davano inizio turista schifoso e dicevo puzzava di suore la trivela tremendo allora un bel giorno cioè raffella cioè brandina della mostra la scelta sarebbe stata la madre superiora mandato una lettera nella cittadina a casa ma ero piccolina sapeva sai che voleva dire che io rimasi dissipati dicevo la mia mamma come mette da mangiare invece erano lo prenderò c'era un ragazzo e lo prendeva invece riguardi di scuola ti ricordi come erano le classi di casa sarà le pareti scuole dipinto di bianco nobili tinte di verde fino a un certo punto e delle pareti bianche non c'era niente attaccato c'era solamente nel crocifisso e c'era banca tre navate disistima che femmine si maschi e femmine se avevamo cosa era chiara raccontava la mattina all 8 e mezzo fino mi sembra e trucco e poi si mangia cioè sai si faceva allora vi mangiare poi si diventava fino alle 4 andavo a mangiare c'era ma quei puntini verdi piccolini con quelle seggioline l'episodio meta di baby down quelle seggioline lì dove facevo la verità c'era il costo della recita la sala della recita allora c'era sì sì in effetti ovvio che si mangiava li posso andavo a giocare poi si rientrava un'ora dai tocco alle 2 dic invece per i compiti bene veneta sono stati adesso le davo sì perché quando si finiva una scuola cioè la famiglia a casa avevi modo di finire a casa si quando si e quando no perché quando si arrivava a casa un po soluzione aveva voglia ci faccio qualche cos'altro antisemita un pino più grande e tini meglio se non lavorare alla mamma alla mamma ad avane ampia dove la presidiano contadini bisognava aiutare fatti alle faccende pari che cela bisogni e ai qualche ricordo in particolare le casa da scuola che ti viene in mente un episodio bello brutto che sia ma io che mi posso ricordare della scuola della merenda questo versante se non solamente era una bambina e io lo capisco dopo anche su diventata grande senza la minima di questa bambino una bambina tanto bella bella cicciotta aveva trici una mora che della lanterna celato interna dove la dalle suore c'era delle ragazze che stavano sempre questa bambina aveva omesso dalle storie e sera sempre a giocare all 11 si andava a ballare creazione in piazza giocare e non voleva vedere su babbo eccoli mi faceva talmente tenerezza ma è questo questo episodio ma è sempre rimasto quando le vedervi suo popolo e scappava piangendo che non lo voleva vedere ma sai perché non lo è non lo possiamo vedere ogni volta venivano poneva definiti sua pole è questa bambina senza va a scuola mi ricordano e piangeva era sempre a piangere e io gli accarezzavo qui capelli lunghi mori riccioloni sinossi quando cioè che lei andava a caccia ma ci davano da studiare il porto è arrivati alla mattina ci faceva le interrogazioni e ogni volta mettero la neo a due sempre mal di pancia dopo sempre dibattito perché l'era preparata bene allora c'era spazio filiali che si tendeva a 615 aperti alle interrogazioni e ci seguivano in giro e io perché quella paura e con poche verbo la dany bahar nell'interrogazione tela scalciati invece e poi portare un premio per la sezione 8 capita capita invece volete vi facevano fare a scuola c'era una differenza tra i maschi e femmine cosa hanno capito bene li facevano fare dei lavori differenziati a seconda che foste maschio no no tutte compagno non c'era come la facevano lavorini nonno tutto su tutto non paghi se era tanto maschi e femmine ma possiamo da stare accanto anche maschi e femmine oppure i pacchi erano soltanto no no no c'era le femmine e c'era maschi sera non era come ora costano stare accanto a martino lo lacera le cremine c'era maschi poi grembiule grembiule il grembiule stira bianconero fino a un certo punto è stato qui è nero e poi stasi grandine bianco e dopo il misero a marchi i grandi e nero e alle femmine comune voglio seguire in seconda il grembiule bianco come gli è oggi il vino bianco sarà ben uso 42 51 51 53 gravemente pianto è venuto invece per quanto riguarda i libri passibilità conosco altri libri i libri che la meritavano loro bene mi sembra che primi due anni che si comprassero dopo aver il padronato da due anni in su che c'è di davi padronato questi libri quaderni nostri non trovo in noi ma se avevano libri serie storia e geografia che c'era nella geografia c'era anche scienze estinzione aveva santi di libri o me ora è di quadri saperli adelphi sale al e quell'anno di matematica non era che c'avete sapesse santi quaderni come usa ora scrivevate con il calamaio sì sì avevo io l'ho chiusi la tenda con col pennino si dirigeva con il co ceo fine mi sembra alla quarta sì perché quali sono andata ai comuni civati già alle pene fino alla parte dalle strade tingevano il peggio ancora cosa si è chinata quarta no no continua continua scusa e poi volete sono andata dal comune noce la disabile per aprire ai comuni e lucio finito la quinta però io da quando sono andata io è il comune aveva già le scarpe dalla terza in poi ma non un caso di scaltri miei non andavo più con gli zoccoli quando sono andata a scuola e comune era il comune sotto i ragazzi tanto ma ci aveva il vero come scuola dalle suore stata una sua una scuola bellissima io mi sono trovato a tanto bene a confronto ai comuni mese è tutta un'altra fase di qualche acquisto troppo e di più e quante sono cresciuta io se vuoi sapere anche questo sono tornati a facevo le tette da rammento sono stata semi tornato a lavorare vita alle scuole dove avevo fatto le scuole dopo fatto c'era una stanza grande che c'era queste ragazze è stata state dalle suore che sa lavorare sì avevo 12 13 anni ha deciso la ritornato a lavorare con questi pezzi con delle mie abili e dopo si è fatto le scuole insieme per quanto tempo ci sia rimasto un paio d'anni poi sono andata a lavorare se la comune dove scuole al comune ecco modellavano dove ceo di comune vecchio c'è comune vecchio comunale e quello né di centro fatevi i conti mentre storia cosa le scuole erano proprio dentro al comune diventa il comune erano c'era tutte le classi dalla prima alla quinta 20 sarà la sesta no la sesta lo è venuta dopo che ho smesso io dopo qualche anno messo io venuto anche la sesta arlate a tempo il mio no si è fatto fino alla quinta s'è fatto capito capire che è comune quanti sentono sta bene quante sono le storie ecco questi sono stata meteo io voglio essere sincero ci è comune perché non c'era più quelle figliole ci prendevano in giro sera tutti i compagni a tutti i figli dei contadini si che non c'era più quella di aver citato non all'altro no io non mi sono trovato a tanto meglio però con una donazione nome tutto un pattern di religione si stava meglio dalle scuole siamo insieme a vostra tutti un'altra innovazione il petit quando è già i comuni erano rimaste un po cioè dei mastri dicevano delle parolacce invece di qua non c'erano però perché lazio laser che avevo passato con questi ragazzi e che ci prendevano in giro mi sono trovata me questo sentita riabilitec capi sono immagino che comunque questi episodi di bullismo settimane non è che anche dalle scuole c'è le sue preferenze un po come siccome c'è sempre ancora nella scuola ed i più bravi ha visto io non ero nero lo zero ma neanche fossi la prima e voglio essere sincera capito ma invece per gli insegnanti dalle sue o del comune e da qui dalle scuole ci avevo suharto resa sorte rese come le raiano morta e l'altra come un male rivolto io no bene non è che mi sia c'era la madre la madre superiora della fed a ed asi dare un pò tosta quella al era un po ma poi in quelle altre suore e mi sono trovata benissimo noi non posso dire niente al comune al comune sapeva la maestra sapeva una maestra e si chiamava abilmente me lo ricordo destra maestra maestrina bionda quanto a riina tanto per il bene vanta buona si veniva da firenze partiva la mattina alle sue poverina e arrivava la sera a casa alle 5 è tanta roba perché non è come ora questa ce la stava attendere aspettare pool e tutto di deal discutendo diversi si fa forza o da garanti porta lavorini che facevano artico l'orto e ai reni si ci facevano scrivere la letterina rinaldi nata la genitori la letterina di pasqua questi lavori di ci facevano fare non è che ci facessimo fare lavori che molto si comprava questa letterina già già pitturata e non si doveva scrivere il nostro pensiero a genitori m me ora fanno tante rose si era un po caso però comunque sempre dei lavori e la bellezza io sono stato a scuola e che belle 60 anni si che monta sarà cambiato è che o felice parlando un po invece di peta la sua famiglia e lavoro piacevole lavora con tutti e due ne capì cosa in famiglia mi che faceva dopo si facevano molta asini lavoravano primi genitori facevano contadini hanno sempre lavorato lì hanno sempre lavorato nei ampi mi ha aiutato i decisori e ti ricordi di qualche stessa del paese in qualche ricorrenza non so la mietitura o cose simili cosa c'era tipo qualche ricorrenza qualche festa per la mia addirittura c'era il costo che stavano tirano batteva mediana b caduta di grano c'era la vendemmia quante facevano queste partiture c'era tanta gente che apparecchiavano siete ammonta a fare queste cuoche che ammazzavano questi power investì grande faceva vedere grandissimi pranzi e quante cene da queste cose il pop e la vendemmia facevano altrettanto è andata così quando a me piaceva anche vedevo battere questa messi sulla di grano ma non che avessi me anche perché a me ampi volevo volevo sapere di essere figli o la venuta dei ming perché era rimasto per sessione ai dei bei ricordi però legate a queste festività se bellissimi se e quando il tempo libero possibili con gli amici cosa ti senti adesso sembra essere più piccini si suonava o a rimpiattino cioè o con la muriella intera o se no che si faceva a mediare chiamati che si tirava la muriella il saltarello una falsa maniera attenta a fare scatti apparsi e sta a fare qui si faceva oa bambole questa roba qui e questo anche durante la ricreazione quando aria scuola sincera mezz'ora di ricreazione la mattina dall 11 mi sembra in undici e mezzo siccome oggi come fanno oggi in cui sapeva la nostra piccola merendina che riportava a casa si esempio lì non c'era la mensa come c'è ora bisognava portarsi dalla stanza ma quando ci aveva non è che fosse una grande merenda è e quando amy accompagnarvi bubble si fermava dai soli micera il favore la famosa bottega e amati ciolina montemurro allora meno brava delle cioccolatini tele cioccolatini e piccolissime fondo le noccioline però non facevo maltempo a mangiarle c'era sempre marketing che mela mangiavano lo stemma è datata la mamma decide un po di pane o l'olio o con 27 st rubati ieri non è che se fosse tanta roba ricevo si è mai capitato di saltare la scuola per aiutare quei genitori nei lavori no no no male a questo comando 600 andata ero io se qualche volta ci voleva andare perché sapevo mentre il diavolo giro io piangevo e non volevo andare però la mia mamma ma sempre mandato a cero tipo dei dei colloqui quindi insegnanti chattavano ma e allora non c'è la colloca come ora ti mandavano la lettera a casa se tu avevi fatto qualche cosa o se noi c'era sì quando che vi mandano la pagella a casa ma la davano a noi veniva i nostri genitori andavano a sentire ma non c'è la vedi il giorno esatto comunque come si andava a scuola ma non è come ora e hanno d'appuntamenti alla nota una cosa diversa allora allora affetto per me possiamo concludere qui ti ringrazio tanto e io ringrazio che io ringrazio se ciao ciao grazie [Musica]

Scarica trascrizione

 

La testimonianza (durata 23:08 minuti, https://www.youtube.com/watch?v=cGZqUEc9EJc) è stata raccolta da Jessica Lombardi ai fini dell’elaborazione della sua tesi di laurea Le scuole di Montemurlo dopo la Seconda Guerra Mondiale (Anno Accademico 2019/2020) volta ad analizzare il contesto scolastico di Montemurlo, paese in provincia di Prato, a partire dal Dopoguerra. Mediante le interviste fatte agli studenti (nati tra la fine degli anni ’30 e metà anni ’40) che hanno frequentato le scuole, la studentessa ha potuto ricostruire quella che era la scuola e la vita degli abitanti di questo paese, arricchendo quanto trovato nei registri scolastici (Cerri, 2010). Come afferma la studentessa:

"Le storie da loro raccontate, le difficoltà che hanno dovuto passare negli anni della guerra e nel Dopoguerra, la scuola che non sempre era una priorità per i genitori dediti a lavorare e l’infanzia passata tra i campi e i banchi, ha portato a galla una realtà che sapevo essere esistita ma della quale non avevo mai realizzato la vicinanza" (Lombardi, 2020).

Rosalba Pratesi, nata nel 1944 a Montemurlo, inizia la sua intervista raccontando di aver frequentato l’asilo e di come nonostante la giovanissima età fosse costretta ad andare a scuola da sola: “Io ho fatto l’asilo a cinque anni dalle Suore, nel ’49 […] andavo con delle mie amiche, passavano da casa mia, mi prendevano e andavo. Qualche volta mi ha portato il babbo, ma poche volte mi ha accompagnato”. Anche le scuole elementari le ha frequentate in un istituto di suore e spesso era costretta a lunghi tragitti su strade non asfaltate con ai piedi “gli zoccoli”: “ecco i contadini di Pantano” dicevano alcuni ragazze benestanti. Rosalba descrive un episodio in particolare, avvenuto durante il momento della ricreazione, ricordando un coetaneo che era solito privarla della merenda che portava con sé da casa. Più volte l’intervistata ricorda quanto fosse piccola di statura rispetto alle compagne, pertanto dai racconti emerge la volontà da parte delle persone a lei vicine di proteggerla e aiutarla nel sentirsi più “grande”: “Io avevo tre amiche […] mi prendevano loro. Ero la più piccola e avevo una cartellina di cartone e una panierina di cartone con dei buchini, me la ricordo come se fosse ora. Poi la mi mamma mi faceva un fiocco sulla testa con i capelli perché ero tanto magrolina per parere che fossi più grossa”.  

Sulla tematica dei compiti Rosalba ricorda che non sempre aveva la voglia o la possibilità di svolgerli: “Di compiti ce ne davano, quando non si finivano a scuola c’era da finirli a casa […] Quando si arrivava a casa un po’ non se ne aveva voglia, un po’ ci facevano fare qualche cos’altro quando s’era più grandi […] aiutare in casa la mamma con le faccende”. Rosalba riporta anche gli attesi momenti delle verifiche orali: “La mattina quando c’erano le interrogazioni avevo sempre mal di pancia e andavo in bagno perché non ero preparata bene. Allora c’erano tre o quattro figlioli, se si prendeva 6 o 5 all’interrogazione ci prendevano in giro. Io con la paura, credendo di andare nel bagno pensavo di scansare l’interrogazione e invece mi toccava farla”.

Gli atti di bullismo, le denigrazioni da parte di alcune coetanee verso le origini contadine, il clima di severità della scuola privata delle Ancelle del Sacro Cuore furono i motivi che portarono Rosalba a prendere un’importante decisione prima della fine della scuola: al termine della quarta elementare la situazione risultò  così intollerabile  da chiedere ai genitori di farle cambiare istituto per l’ultimo anno.  “In quinta non ci volli più tornare, o smettevo di andare a scuola… così la mamma mi ci levò” optando per la scuola comunale: “Al Comune s’era tutti compagni, tutti figli di contadini. Non c’era più quella diversità l’uno dall’altro. Io al Comune mi sono trovata tanto meglio, però come educazione si stava meglio dalle suore”. Proprio per questo Rosalba afferma che, nonostante si sia trovata meglio nella scuola comunale, sua figlia e le nipoti hanno frequentato la scuola dell’infanzia e primaria al Sacro Cuore, istituto in cui ha avuto anche occasione di tornare in qualità di lavoratrice tessile: “Quando ero più grande sono tornata a lavorare dalle Suore, facendo le pezze da rammendo. Una cosa bellissima. Avevo 13 anno quando sono tornata a lavorare con le mie amiche con le quali ho fatto le scuole insieme. Ci sono rimasta un paio di anni, poi sono andata ai telai”

 

 

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

R. Cerri, Quando il territorio fa scuola. Milano, FrancoAngeli, 2010

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

J. Lombardi, Le scuole di Montemurlo dopo la Seconda Guerra Mondiale (Anno Accademico 2019/2020, Relatore Prof. Bandini, Scienze della formazione primaria, Firenze)

K. Rutschky,"Pedagogia nera." Fonti storiche dell’educazione civile , Milano,  Mimesis, 2015

S. Santamaita. Storia della scuola: dalla scuola al sistema formativo, Milano, Pearson, 2021

 

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