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Nell’epoca del boom e del progresso tecnologico, la Befana e Pulcinella si sono decisamente ammodernati, dotandosi di razzi e tute spaziali ed anche a Pasqua ormai si trovano uova spaziali. Solo il maestro Garrone (nipote di quel Garrone del Cuore deamicisiano) è malinconico: «Anche a me le novità fanno piacere», dice, «che belle macchine ci sono nelle fabbriche, che belle astronavi in cielo. […] Ma la mia scuola, l’ha vista? È tale e quale come era ai tempi di mio nonno Garrone» (p. 674). A scuola, infatti, le belle macchine non ci sono, solo gli stessi banchi graffiati e scomodi d’un tempo. Se almeno anche la scuola fosse bella come un televisore o un’automobile! Il breve racconto, tratto dalle Favole al telefono, conferma la vena ironica che percorre la raccolta tutta tra tensione fantastica e critica sociale.